Sono tante le avventure 'gitaiole' che abbiamo vissute assieme, ma solo alcune sono fissate in queste pagine scelte per via dei luoghi graditi o delle emozioni particolari o quant'altro di non so ché.
Questa avventura è stata tutta una magia per ciò la racconto, una serie di eventi magicamente fortunati che l'hanno resa unica e irripetibile.
La storia comincia con Michael quando esprime il desiderio di accamparsi in montagna per sperimentare la sua tenda nuova. I suoi amici uno dopo l'altro rifiutano perché durante la settimana sono impegnati per un motivo e per l'altro e inoltre si prevede la prima nevicata oltretutto abbondante. Al ché dico: "vengo io a fare il tuo compagno di viaggio", subito mi sono stupito della mia frase. Confesso l'ho detta perché pensavo fosse impossibile dormire nei boschi a 1500 metri d'altitudine con le pessime previsioni dai bollettini meteo.
Inoltre l'auto che avremo utilizzato è la mitica Panda 2009 GPL di nove anni e sette mesi con 255.000 chilometri alle spalle destinata di lì a 15 giorni ad essere venduta e sostituita con un auto nuova quindi senza la possibilità di fare un inutile approfondito tagliando per star tranquilli.
Io sono affezionato alla Panda 255000 chilometri assieme mai un problema, ma ora era veramente allo stremo, povera cara. Eravamo in tre: io, mio figlio Michael e la Panda al suo ultimo viaggio con noi, da grande amica e fedele compagna. Confesso due pensieri che mi hanno accompagnato durante tutto il viaggio: il serio rischio di rimanere in panne e che quel viaggio ricorderà il momento del mesto addio da lei.
Durante il lunedì prepariamo ogni cosa nei rispettivi zaini, io passo a comprare guanti speciali e altre ultime cose mancanti, ma non credevo a ciò che andavamo a fare per il rischio di nevicate introno al metro.
Durante la notte di lunedì inizia la famosa perturbazione annunciata, le previsioni sono pessime per tutti i giorni futuri. A San Luca di Bologna è tutto imbiancato. All'una di notte di martedì mando un messaggio a Michael scrivendo che l'avventura è infattibile, nevica copiosamente come appariva dalle webcam del Cimone e dei dintorni nelle località modenesi.
Alle sette di mattina guardo le previsioni e tutto pare cambiare, mi telefona Michael appena sveglio e dice "pa perché non andiamo?" Io accetto, col presupposto di poter sospendere in ogni momento l'avventura.
La sera, confesso, avevo preparato il percorso con molta superficialità: Bologna-Fanano e Fanano-Ospitale in auto poi tutto a piedi dagli 800 metri di Ospitale ai 1500 del lago di Pratignano percorso CAI n° 409 tempo di percorrenza previsto un ora e venti minuti. Mi sfiorava un pensiero: "come può essere un ora e venti minuti per superare a piedi un dislivello di 700 metri di irto sentiero?", comunque non ci feci tanto caso perché per mè la gita sarebbe finita ad Ospitale.
La mattina, era martedì 20 novembre 2018, passo a prendere Michael con la mitica Panda col pieno di GPL come se per lei fosse un giorno come un altro e arriviamo a Fanano, tutto ciò che abbiamo attraversato era coperto di bianco, a Fanano 20 cm di neve, ma a 1500 quanta ce ne sarà?
Imbocchiamo la strada per Ospitale, quattro chilometri da presepe, un strada stretta e senza alcuna protezione dai burroni, il bosco imbiancato, ma stranamente la strada era sufficientemente pulita, la cara amata vecchia Panda tremava di paura quanto mè vista l'età.
Parcheggiamo in piazza, nessun cittadino è presente, ogni casa è chiusa ed abbandonata, Ospitale cittadina ora fantasma è una meravigliosa località estiva. Ero ancora convinto che l'avventura fosse da fermare lì.
Ciò nonostante telefoniamo ai parenti per avvertire della posizione e dell'avvio dell'escursione verso quota, ci bardiamo zaini in spalla con proprio tutto e non di più.
Tutto il mondo era bianco intenso comunque imbocchiamo il sentiero CAI 409.
Si fatica a stare in piedi, i segnali bianchi e rossi sono nascosti dalla neve ovviamente sbagliamo il percorso più volte. La criticità sta nel fatto che le previsioni cambiavano di minuto in minuto e con un metro di neve come saremo tornati? Come avremo dormito in cima? Per sicurezza abbiamo installato un app per registrare il percorso al fine di ritrovarlo al ritorno se ci fosse stata troppa neve al punto da occultare la segnaletica CAI. Tutta salita ripida, passaggi che con l'abbondante neve fresca, se non attraversati con la giusta accortezza, erano pericolosi. Salita, salita e sempre salita ripidissima.
Le orme di un lupo ci precedevano nel nostro sentiero, immancabili sempre. Erano orme di un lupo di piccole dimensioni. Io pensavo: "arrivati in cima torneremo giù di corsa prima che faccia notte" il tramonto sarebbe stato alle 16,45.
Michael resisteva bene alle salite, ricordo lui da bambino, alla prima ripida della prima passeggiata, al terzo passo destra-sinistra-destra, vedendo quanto avremo dovuto affrontare si sdraiò a terra e disse "m'accascio". Ora diciassettenne uno e novanta d'altezza e desideroso di vivere una notte in pieno bosco con la sua tenda fiammante si accontentava di soste nemmeno lunghe di tanto in tanto.
Il tempo passava, altro ch'è un ora e venti, erano trascorse due ore e mezza ed eravamo a metà percorso, indicava inesorabile l'app GPS. Se continuavamo non ci sarebbe stato più il tempo per ritornare prima del buio.
Continuammo.
Faggi, abeti e salita inesorabile sempre più gravosa. Finalmente dalla mappa si prevede una radura, segnale che eravamo in prossimità dell'arrivo. Una prateria completamente imbiancata a 1500 metri d'altitudine. Venendo dalla città quel paesaggio pareva incantato. Si narra che il lago di Pratignano sia popolato dalle fate e dalla prateria in poi ebbi una costante percezione della loro presenza, forse il paesaggio incantevole, un pianeta a sé stante, forse l'altipiano inatteso del lago innevato irraggiungibile se non a piedi. Laggiù si avvistava l'area della meta!
Arrivammo nell'incanto fatato. Tre ore e cinquanta, neve fresca ovunque, possibilità di nevicate copiose ed improvvise, cielo plumbeo, impossibilità di tornare, orme di lupi, ma un'atmosfera che non vorresti lasciare per nessuna ragione al mondo.
Abbandoniamo gli zaini sul ciglio del lago ghiacciato, nessuno di nessuno era lì, iniziamo a costeggiare il lago vergine di neve e di umani per assaporare l'aria fantastica.
Nel contempo si inizia a parlare di dove sistemarci per la notte, io nell'anima avevo un pochetto d'intenzione di fuggire ad Ospitale. Pensavo che i rischi fossero da follia, quindi sollevavo animosamente miei pareri su collocazione, difesa dal clima, soluzioni di emergenze, norme su fuochi perché Michael era felice e basta del suo amato lago proprio lì sotto i suoi piedi, davanti ai suoi occhi così incantevole, lui si predisponeva come se fosse piena estate. Come dargli torto? Soli, nessuno poteva essere lì col nostro entusiasmo e i miei pensieri per tutelare mio figlio Michael.
Ma... ad un tratto udiamo delle voci,
subito pensiamo agli zaini e torniamo dov'erano e due figure si approssimano da quel mare di neve, chi sono quei folli come noi?
La magia si perfezionò grazie a loro, nel mio immaginario col senno di poi si disegnarono come veri veri angeli.
Avete paura dei lupi? I lupi non sanno aprire le tende!
Ma dove credete di essere siamo solo a 1500 metri d'altitudine.
Vi lasciamo i nostri numeri in caso di necessità.
Quel fare autorevole ma di veri amanti della natura e di vera dolcezza e vero desiderio di consentirci l'emozione di una natura incontaminata, grazie a loro, non più spaventosa quanto meravigliosa.
Tutte le informazioni necessarie per stare al sicuro, due chiacchiere rassicuranti, tutto il loro appoggio. Rassicurazioni sulle condizioni meteo.
Sono stati un'apparizione, un miraggio, un sogno. Ma sono forse loro le fate?
L'appoggio al nostro fanciullesco orgoglio: "credevamo non ci fosse nessuno quassù!"
L'appoggio alla nostra curiosità: "è proprio da gustare questa prima neve della stagione!"
I fantastici due angeli sono comparsi a puntino come se avessero un appuntamento per la costruzione della nostra gioia. E non ci hanno abbandonato chiedendo via via nuove notizie mezzo sms.
L'iniziale folle e dura gita era già certamente un mito indimenticabile.
Scomparso ogni grave dubbio rimane solitario d'incanto il nostro desiderio di goderci le belle emozioni.
Era l'imbrunire, scegliamo il luogo per collocare la tenda vicino ad un albero caduto che ci avrebbe donato i suoi rami secchi per scaldarci durante il pasto, una copertura d'abeti, un pari confortevole in un breve altipiano vista lago ghiacciato ed innevato di neve freschissima. L'aria di ghiaccio e secca, ma accogliente come il tepore di una magica coperta morbida.
Accampati attorno al fuoco raccolto in sei sassi abbiamo ascoltato musica bellissima portata da Michael, cenato frugalmente... ciò nonostante nulla è mancato, di tutto troppo di emozioni indimenticabili sin 'ingolfanti l'anima', noi parte naturale del vero bosco incontaminato dipinto di neve da cima a piedi. Alle 19,30 lì era notte fonda, a nanna in quella cuccia di tenda nuova fiammante avvolti da due sacchi a pelo super tecnologici. Le previsioni finalmente disegnavano SUPER SERENO.
Al mattino la prima luce: azzurro mai visto, arancio, sulla neve veri e fitti diamanti ovunque, migliaia di quadri viventi che si avvicendavano ricchi di colori e di emozioni, il regalo della natura così come non si vede più tutti i giorni. Il paesaggio si adorna di luce perfettamente dorata. Un paesaggio incantato, ne parole, ne foto o film posso regalarvi questa realtà. Se volete vi presto la mia anima per fare un giro nell'esperienza. Al paesaggio si sottintende la fortuna di trovarsi lì rischiando e ricevendo il regalo del tutto perfetto... c'è la mano delle fate!
Non andiamo a visitare la grotta delle fate indicata in mappa a poche decine di metri perché l'atmosfera di fata si avverte ovunque al lago di Pratignano.
Passo a descrivere il viaggio di ritorno visto che l'idillio non è narrabile, incollo tutte le foto in fondo a questo scritto, confermo esprimono un milionesimo del visto e vissuto.
Un ritorno ben organizzato e per tempo, durante tutto il tragitto fino al paese nuove impronte di un lupo con dimensioni enormi di oltre 12 centimetri di diametro, parevano un saluto ed un augurio di buona fortuna, parevano ospitali addirittura facevano sentire integrati nel contesto, noi natura come il lupo e il bosco.
Ora racconto due cose e son certo che Michael non vuole si sappiano in giro, ma a me hanno fatto troppo divertire: durante la ripidissima discesa scivolosa, da acrobati, Michael è ruzzolato circa sette volte a gambe all'aria come una tartaruga supina sul suo zaino. Seconda avventura nell'avventura: a pochi metri dall'arrivo Michael, di fronte a mé, dice: "pa ora è un pochetto brutto il sentiero", in realtà aveva preso una scorciatoia fuori percorso larga 25 cm e di ghiaccio e a destra una parete verticale a strapiombo di diversi metri, io guardo e semi paralizzato dalla paura e tremante mi aggrappo col corpo e le unghie alla parete a monte e faccio piano piano dietro marcia, lui aveva in un batter d'occhio superato il rischio con un frizzante entusiasmo. Ringrazio le fate dell'ennesimo scampato pericolo di entrambi.
Tornando ad Ospitale ci accorgiamo che quello è il paese dell'acqua minerale Cimone, ed è la ragione per la quale la stretta strada per giungervi da Fanano era così sgombra, un po i camion guidati da super esperti un po la manutenzione necessaria per garantire i trasporti dell'acqua.
Beviamo un sorso d'acqua minerale regalata da una fontana sulla strada e... e ... questa è la storia.
Amata dolce Panda appena arrivati a Ospitale, la piazza |
Il fuoco e il bivacco |
Lago di Pratignano all'arrivo |
Alba |
Alba |
Alba |
Sentiero sconosciuto prima di arrivare in Panda ad Ospitale |
Strada tra Fanano ed Ospitale |
Passeggiata attorno, zaini lasciati, al lago prima dell'arrivo degli angeli |
Vista dal bivacco del lago di Pratignano |
Bivacco |
Lago appena arrivati |
La tenda..protetta no? |
La cena |
Alba |
Prime luci dell'alba |
Alba |
Alba |
Lago gelato |
Alba |
Alba |
Alba |
Alba primo sole |
Alba primo sole |
Rosa canina e diamanti |
Rosa canina e diamanti |
Lago di Pratignano gelato durante il secondo giorno |
Ritorno, orma del lupo grande fraterno accompagnatore |
Idem lungo tutto il percorso CAI 409 fino ad Ospitale |
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